La campagna europea alto-medievale

Questo è un modello di programmazione, desunto dalle ricerche pluri-disciplinari realizzate dai corsi sperimentali dell’Istituto “L. Stefanini” di Venezia-Mestre. Copia dei fascicoli, scritti dagli studenti e ciclostilati, è conservata nella biblioteca dell’Istituto: in essi sono riportate le indicazioni bibliografiche dettagliate. Le citazioni complete si ritrovano anche nei tre volumi, da me curati, intitolati “Un progetto di curriculum di storia”, conservati nella stessa biblioteca.

 

La campagna europea alto-medievale

Sacerdoti, guerrieri, contadini: lo specchio della società feudale

 

La vita quotidiana nelle campagne. Cause, caratteristiche, effetti della ruralizzazione. Quadro di riferimento cronologico. Ricognizione geografica.

Dove si viveva? Geografia, demografia, ambiente.

Condizioni climatiche e caratteristiche dei suoli. Quali le cause che hanno determinato il netto predominio della natura rustica? “In questo periodo la campagna è tutto” (G. Duby). La rete di interrelazioni tra uomo e habitat: forme spaziali, sistemazione del suolo, tecniche agrarie.

Il numero degli uomini e l’occupazione del suolo. In questo habitat, solo parzialmente trasformato, gli esseri umani erano numerosi? L’insediamento demografico è caratterizzato da bruschi contrasti: sovrappopolamento in alcune zone e larghi spazi deserti in altre. Ci sono ragioni che spiegano un tale stato di cose?

Un problema di metodo. La demografia. Definizione, funzione, tecnica. Grafici esemplificativi sull’evoluzione della popolazione europea ed italiana. Una fonte preziosa da usare: gli inventari delle grandi tenute abbaziali e laiche. Il Polittico di Irminone, inizio del IX secolo.  

Il villaggio contadino in mezzo alle foreste (pianta elementare). Il suo sviluppo è frutto d’uno sforzo comune degli abitanti che s’impegnano a salvaguardarne l’unità e la relativa prosperità. Le povere capanne di argilla e di fango. La pieve e l’organizzazione dei villaggi. “Gisone, vescovo di Modena, consegna la pieve di S. Pietro in Sicculo all’arciprete Vittore, 796 d. C.”

Come si lavorava? Conoscenze tecniche e strumenti di produzione. L’attrezzatura. Le conoscenze agrarie e l’equipaggiamento tecnico erano molto limitati. L’attrezzatura artigiana (vedi il carolingio “Capitulare de villis”).

Importanti effetti di alcune invenzioni. Il cavallo, animale da lavoro: la ferratura degli zoccoli e il collare rigido; rapporti con estese coltivazioni foraggere e una tecnica del ferro non primitiva. L’evoluzione dell’aratro pesante condiziona e ristruttura il paesaggio agrario. La rotazione biennale e  triennale: i fattori dell’avvicendamento, le caratteristiche tecniche, gli effetti sulla nutrizione. Il mulino idraulico, primo motore primario: tipico impianto per lo sfruttamento dell’energia. “Dei ventidue dominii citati dal frammento del polittico di Irminone solo otto possedevano mulini…”.

Cosa si produceva? I rendimenti agrari. La produttività. Definizione. Grafico: produzione cerealicola in quattro tenute regie della Francia carolingia, inizio IX secolo. In quali forme le abitudini alimentari condizionano lo sfruttamento del terreno? Grafico: tipi di uso del terreno nella Curtis regia di Somain, intorno all’868 d. C. Piante coltivate, cereali, orto, erbaggi, radici, frutti. Animali domestici e selvatici.

L’alimentazione contadina. Rapporti con gli indici di mortalità, con le vie di comunicazione, col mito di Cuccagna. “Erano sempre in agguato carestia e fame”.

Come si viveva? La qualità del tempo di vita. La storia della mentalità: un problema di metodo. La giornata lavorativa e il calendario contadino. Lo svolgersi delle stagioni e il ritmo annuale della liturgia. Il tempo della Chiesa. La mietitura, le sue esigenze tecniche, i suoi influssi socio-culturali. La condizione giuridica dei servi e dei villani.

Le malattie più diffuse e la loro profilassi. Farmacopea e dietetica. Morte, malattia, religione. La pedagogia della sofferenza. Malattie del corpo e salute dell’anima. Il rapporto peccato –diavolo –male. Reliquie e miracoli. Corpo e politica: esempi. Il senso comune, il pensare quotidiano e tradizionale. Stregonerie e superstizioni.

Il predicare.Capitulare ad parochiae sacerdotes” di Teodolfo, vescovo di Orléans, 797 d.C. La scuola parrocchiale. Deliberazioni del Concilio di Vaison, 529 d.C. L’istruzione dei contadini: dai “Sermones” di Cesario d’Arles. La cultura alternativa (fiabe e leggende, i culti pre-cristiani, i saltimbanchi…). Costruzione gerarchica e sopravvivenze magiche.

Le prime drammatizzazioni liturgiche. Non ci sono restate tracce di musica popolare. La parola. Evoluzione della lingua e del lessico. Un esempio di lingua parlata: Italia, IX sec.

Le armi. Ipotesi introduttiva: si sostiene che l’innovazione tecnica nell’armamento dell’esercito carolingio condizionò i processi militari e politici e contribuì in maniera decisiva al consolidamento della gerarchia feudale. E’ vera una tesi del genere?

Capitulare de exercitu promovendo”:  il reclutamento dell’esercito. Lo status giuridico del singolo nelle società barbariche. La cavalleria leggera e corazzata sostituisce la fanteria. L’equipaggiamento: spada, corazza, staffa, sella, cavalli ferrati: il costo di mantenimento. Il terrore che incutevano le armi di ferro. “Carlo Magno arriva a Pavia, 773 d.C.”, da una cronaca di un monaco del monastero di San Gallo. Intreccio tra guerra –economia –ideologia. Saccheggiare, spogliare, donare.

Conclusione: i carolingi avevano deliberatamente creato, in funzione del nuovo metodo militare del combattimento d’urto a cavallo, la feudalità (spina dorsale del loro esercito) e questa –con la crisi successiva dell’impero franco- diverrà insieme aristocrazia terriera, signoria territoriale e classe dirigente, dedita solo all’esazione e al consumo.

La grande proprietà fondiaria laica ed ecclesiastica. Qual era l’organizzazione economica e sociale della “villa” o “curtis” o grande azienda signorile e abbaziale? Grafico sull’uso della terra nella curtis regia di Somain, IX sec. d.C.

L’organizzazione della “pars dominica”. Il lavoro servile. La graduale sostituzione degli schiavi. La “pars massaricia”. Il manso. Il modo feudale di produzione. Definizione dell’economia curtense. Prodigalità di consumo e staticità di produzione. La costrizione extra-economica: la ricchezza fondiaria ha un’origine politica, non economica.

E’ ancora valida la tesi che definisce l’economia curtense un’economia domestica sostanzialmente chiusa ed autosufficiente? Questa economia si sviluppa in un contesto di scambi irregolari sparsi ma che testimoniano che le eccedenze produttive dei grandi domini furono la base nel IX sec. del progresso lento della mercatura.

Commerci e vie di comunicazione. Le strade d’Occidente. Le comunicazioni malsicure. Il pellegrinare. Le piste dei mercati internazionali. Il mercante ebreo. Il sistema monetario: moneta e imposta.

I rapporti commerciali delle città della Val Padana: il mercato fiorente di Pavia. Le città marinare italiane. Primo concetto e coscienza d’Italia.

La Signoria territoriale. Le forme del potere politico e istituzionale. La “famiglia” romana e germanica a confronto. Esempi di legami di dipendenza: la “commendatio” romana, l’accomandazione merovingia, la “trustis” franca.

Il governare dei Franchi. Il banno”: definizione. La legislazione imperiale. La consuetudine. L’amministrazione (vedi “Capitulare de missis dominicis”). Ordinamento politico e vincoli clientelari nell’Italia carolingia.

Caratteristiche istituzionali del feudo. “Feudo”: etimologia e definizione. Il beneficio. Nel mondo romano e tra i Franchi. Evoluzione verso il feudo ereditario. L’immunità. Definizione ed evoluzione. Il vassallaggio. Definizione ed evoluzione. “Servire, aiutare, proteggere”. Il possesso signorile del potere politico. Rapporto razionale tra obblighi militari e patrimonio fondiario dei vassalli. Sostanziale bipartizione della società, determinata dai rapporti con la terra: proprietari e servi.

La mentalità dei signori. L’alimentazione e l’abbigliamento. La caccia. Il consumo della carne.

Mentalità e comportamento dell’alto clero. Rapporto tra religione e politica, tra Chiesa e Stato, tra regno di Dio e città degli uomini. L’Europa cristiana: l’utopia di una società religiosa pacificata e in cammino verso il regno di Dio. La Bibbia, libro di storia. La storia è il cammino reale dell’umanità verso Dio, un reale progresso scandito dalla creazione, dal peccato originale, dalla redenzione di Cristo, dalla fine del mondo e dal Giudizio.

Carlo Magno: la sua idea di Stato. Concezione sacrale della politica. L’utopia di un impero cristiano che abbracci gli uomini in un vasto organismo statale con a capo un governante saggio, potente, difensore e protettore della Chiesa di Dio. La religione, strumento di governo (“Capitulare de missis dominicis”) e di repressione politica e militare (Capitolare “Contro i Sassoni”).

La Società trinitaria: sacerdoti, guerrieri, contadini. Ideologia conservatrice e potere della Chiesa. Vastissime proprietà. Monopolio amministrativo e culturale. Egemonia ideale: economia rurale, vita modesta e frugale, ritmo della natura e della Provvidenza, diffidenza verso il mercato. Utopia progressiva: fratellanza universale, un comune e uguale destino di fronte alla morte e a Dio. L’uomo non deve considerarsi strumento di sfruttamento. L’uomo si stima per la santità. L’ideale della solidarietà nella sottomissione.

Gli ecclesiastici e il lavoro manuale. L’”ora et labora” dei benedettini. La valutazione sociale della fatica. I molti lavorano per nutrire pochi. “Rustici, villani, pagani”.

Gerarchia ed eguaglianza. La teofania di Scoto Eriugena. Ordine fisso, gerarchizzato e circolare. Struttura unitaria. Transitorietà ed imperfezione dell’umano. La scienza di Dio e la non scienza dell’uomo. Il Medio Evo credente ed escatologico. La concezione allegorica della realtà: l’uomo visibile è una “maschera”, un simbolo di Dio e della sua volontà.

Dal trinitarismo ecclesiologico (Agostino, Gregorio Magno, Dionigi) al trinitarismo sociologico (Abbone di Fleury, Raterio di Verona, Adalberone di Laon).

La società tripartita e l’ideologia monarchica. Un’interpretazione di J. Le Goff. I simboli del potere. L’iconografia. Il re sul trono. Il ritratto.

La produzione intellettuale. L’istruzione. La lettura. Libri e biblioteche. Gli specialisti della cultura scritta. Le tecniche di scrittura. Papiro, pergamena, carta. La scuola ecclesiastica: episcopale e parrocchiale (documenti conciliari). La riforma carolingia (capitolari).

Caratteristiche del canto liturgico. Il gregoriano: notazioni melodiche e ritmiche. La monodia profana d’arte. I “canti goliardici”. Teorici e scuole musicali.

I canali educativi dei laici. La medicina araba. La Scuola medica di Salerno. Progresso ed empiria. Alchimia e magia. Interpretazione simbolica e mistica della natura. Neoplatonismo dello Pseudo Dionigi e di Scoto Eriugena.

L’interpretazione dei testi. L’allegoria. L’agiografia. Le prime drammatizzazioni liturgiche.

La casa-chiesa e la casa-castello. Il Monastero: centro di produzione e modello economico, focolaio di vita spirituale, strumento di penetrazione cristiana nelle campagne. Tipologia. Derivazione dalla “domus” romana. Schemi e piante. Pianta del monastero di San Gallo. Sviluppo e confronto con l’abbazia de “Il nome della rosa” di U. Eco. L’organizzazione interna. La scuola monastica. Gli specialisti dello “scriptorium”. Lo studio della medicina classica. Il medico e l’ospedalità. Albergo dei poveri.

Il monastero, isola chiusa di perfetta vita cristiana. La diocesi, centro di organizzazione ecclesiastica. La pieve, nucleo essenziale di vita religiosa socializzata nelle campagne.

Il Castello. Le diverse tipologie architettoniche. Schemi dell’evoluzione planimetrica. La residenza feudale: costruzione, illuminazione, arredamento, riscaldamento. Lo spazio interno. L’igiene. L’apparato bellico. La chiesa di palazzo. Il castello è anche generatore di borghi. Luogo di disuguaglianza, precedenze, gerarchie. Compiti differenti necessariamente coordinati. Centro di produzione e fruizione culturale. Le “Chansons de geste”. I romanzi cortesi.

Le fortificazioni italiane alto-medievali.

                                                                      

prof.  Gennaro Cucciniello