La città italiana del basso medioevo

Questo è un modello di programmazione desunto dalle ricerche pluri-disciplinari realizzate dai corsi sperimentali dell’Istituto “L. Stefanini” di Venezia-Mestre. Copia dei fascicoli, scritti dagli studenti e ciclostilati, è conservata nella biblioteca dell’istituto: in essi sono riportate le indicazioni bibliografiche dettagliate. Le citazioni complete si ritrovano anche nei tre volumi, da me curati, intitolati “Un progetto di curriculum di storia”, conservati nella stessa biblioteca. I materiali sono anche inseriti nel libro “Istituto Stefanini. Vent’anni di sperimentazione: verso dove? (1975-1995)”, pp. 252-259.

 

La città italiana del basso medioevo

Dalla campagna alla città. Lo sviluppo demografico in Europa e in Italia tra XI e XIII sec. Ruolo principale della ripresa economica. Notazioni sui tassi di natalità e mortalità. Dati. Squilibri nelle densità demografiche regionali.

L’economia di scambio. Definizione. Sviluppo del mercato cittadino. Aumenta la domanda dei prodotti agricoli. Redistribuzione della proprietà nelle campagne. Investimenti agrari di cittadini agiati. Aumento della produttività della terra. Scompare la prestazione d’opera forzata. Rafforzamento dei piccoli e medi proprietari. Si realizza lo sgretolarsi e l’eversione del regime signorile o la sua riorganizzazione?

Le componenti commerciali dell’espansione agricola. Passaggio dall’economia naturale a quella monetaria: è questo l’elemento primario per l’avvio di mutamenti nelle campagne. Il credito di consumo. Il credito di investimento. Le espropriazioni di terre. L’uso del denaro si diffonde nelle campagne. Innovazioni tecniche in agricoltura. Veloce circolazione delle terre.

Nuovi contratti di lavoro. Nuovi rapporti di produzione? La trasformazione nella struttura della società rurale è accompagnata da un mutamento nei rapporti sociali tra signore e contadino? Scompaiono le prestazioni forzate d’opera in favore di migliorie che consentano una maggiore produzione. I mansi vengono assegnati favorendo il dissodamento, il disboscamento, la piantagione di vigneti ecc. Le terre signorili vengono appoderate. Reciproco interesse dei contraenti. Il signore aumenta le entrate a causa della maggiore produttività. Il suo maggior consumo, a sua volta, favorisce le industrie cittadine. Il concessionario può disporre, a suo vantaggio, di una parte del proprio lavoro. A causa del migliore sfruttamento del terreno, accumulo di merci da vendere sul mercato cittadino. Possibilità di acquisto di un pezzo di terra in proprietà. La differenziazione contadina.

I nuovi contratti. Le poco efficienti prestazioni in natura dell’alto medioevo sono sostituite con tributi monetari fissi, adeguando in parte la struttura della società rurale alle nuove richieste economiche. L’enfiteusi”. Etimologia. Definizione. Esempi: 1120, “Fonte Avellana”; 1133, “S. Cipriano di Murano”. “La mezzadria”. Etimologia. Definizione. Esempi: 1254, “campagna di Siena”. “I pacta”. Etimologia. Definizione. Esempi. L’intervento cittadino sulla terra coincide con l’espansione economica e politica del Comune sul contado.

Le forme del potere politico-istituzionale. Il Comune. Dalla concezione personale e patrimoniale del potere tipica del sistema feudale (che creava legami gerarchici) al diritto pubblico. Impero –Papato –Comuni. L’evoluzione è lenta, contraddittoria, non pacifica.

Il problema della legittimazione formale. Definizione. La pluralità degli ordinamenti giuridici. I giuristi, intellettuali che si affermano in questa ristrutturazione civile dei poteri.

Il Comune consolare e podestarile. L’esercito comunale. Le finanze dello stato.

Il Comune delle Arti. L’esempio di Firenze. I conflitti tra i ceti sociali. Le tradizioni feudali.

Borgo. Borghesia. Definizione. Il popolamento del borgo, modello del sobborgo. La crescita urbana e rurale fu interdipendente. La debolezza “economico-corporativa” del Comune italiano. Riflessioni.

Il modello urbano. Il concetto di città. Tipologia e schemi di costruzione delle città.

I primi artigiani, nelle città che rinascono, sono ancora di condizione servile. L’organizzazione dei mestieri: gli artigiani lavorano per la città, si concentrano per vie, per quartieri.

I poteri universali. Chiesa e Impero.Da dove deriva il potere politico?”. Il Diritto romano (il potere –anche assoluto- proviene sempre dai governati) coesiste e contrasta con la concezione teocratica assoluta, di derivazione orientale.

“I limiti del potere politico”. Il fine dello Stato è morale, è il raggiungimento della giustizia e della pace. La legge, fatta dal governante, non è giusta quando non rispetta il diritto naturale e consuetudinario. Definizioni. La concezione del potere è teocratica ma non assolutistica.

Le autonomie comunali, pur se rispondono a processi economici, s’inquadrano però in una concezione del potere che lascia larghi margini a forme di organizzazione politica espresse dalla comunità.

“L’origine dello Stato”. Stato: produzione artificiale e convenzionale (origine contrattualistica). Stato: bisogno naturale (origine naturalistica). Ma come il cristianesimo giustifica un potere umano sull’uomo? Agostino risponde: per la sua natura peccaminosa; lo Stato deve correggere tale natura: questo è il suo fine morale. Il potere è quindi limitato e deve fondarsi sul consenso? L’”auctoritas” viene dalla forza e dal potere ma anche dal prestigio, da un’aura di miracolo, di divino. Le teorie di Marsilio da Padova: la potestà legislativa.

La formazione del governo comunale entro le strutture sociali della città. Spinte geografiche, particolarismi, espansionismi in Italia.

Il Comune e il contado. Il Comune estende i suoi poteri su tutto il contado (e con l’espansione economica consolida le sue istituzioni). 1231, Comune di Treviso: i capitoli dello Statuto. Affermandosi i diritti del Comune sui contadini, si limitavano i diritti dei grandi proprietari fondiari. Ma, per non sovvertire le basi dell’economia rurale, non viene eliminato il vincolo che lega il coltivatore alla terra. La continuità della famiglia colonica sul podere coltivato.

Lo sviluppo dell’economia di mercato e la richiesta crescente dei mercati cittadini spingono alla differenziazione delle colture: cereali più pregiati, piante industriali (lino, canapa), vigneti, bestiame. Ma anche la famiglia del colono deve mangiare: perciò, sistema di colture promiscue. Definizione. Esempio: dal “Roman de Renart”. Regime alimentare più vario e sostanzioso. Migliorie nelle infrastrutture (ponti, strade, canali). Ragioni.

Ora sono le leggi del Comune che regolano i salari, i contratti agrari, i ritmi di lavoro, restringono l’urbanizzazione a seconda delle esigenze, vietano le associazioni. Comunque, “onnipresente è ancora l’influenza della terra”. I nuovi insediamenti rurali. Grafico. Tabella di dati su Pistoia (città e contado). Il Comune rurale. La colonizzazione.

La caccia: da bene comune a privilegio.

Squilibrio tra città e campagna, tra Nord e Sud d’Italia (aggregazione sociale e modello politico). I temi d’analisi sono la predicazione e la scuola.

Manifattura e lavoro. Le invenzioni: risparmio e misurazione di lavoro e di tempo. Perfezionamento nell’uso dello spazio. La tecnologia energetica. L’organizzazione economica. Un cambiamento di qualità tra Oriente e Occidente.

Industrie per il mercato locale. Produzione ampia ma di limitato valore e con bassi profitti. La produzione non si rinnova ma si allarga. Ritmi, giorni lavorativi, regolamenti, orari, salari.

Industrie per il mercato internazionale. Primato del tessile. Produzione specializzata di beni di lusso. Clientela di qualità. Grandi profitti. Perfezionamento delle tecniche e delle strutture industriali. Una prima specializzazione e divisione di compiti.

La mediazione commerciale e produttiva dell’Italia. “I mercanti sono più disposti a ingrandire i margini di profitto sulla base di un limitato numero di vendite, che non a ingrandire il numero di vendite sulla base di un limitato margine di profitto” (Lopez). Dal piccolo al grande mercante: diversa attrezzatura mentale, tenore di vita, mole d’affari, esercizio del potere politico. Nesso stretto tra commercio estero e attività finanziarie. Il capitalismo commerciale. Tentativi di decentramento produttivo nelle campagne.

Il rapporto mercante-artigiano. Il mercante controlla le fasi iniziali (le materie prime) e finali (la vendita del prodotto) della produzione. E’ lo stratega della produzione di cui decide volume e costi in base alla domanda del mercato internazionale, aperto alla concorrenza, e quindi suscettibile di espansione o di crisi. Vastità di capitali, mentalità larga, capacità di contatto col mondo esterno, energia imprenditoriale. E’ esistito un capitalismo medievale?

La varietà e lo spezzettamento di molte fasi della lavorazione isola e parzializza gli artigiani e li pone alla mercé del mercante-imprenditore.

Il primato dei lanaioli. Organizzazione e divisione del lavoro. I dati di Firenze e di Milano.

Le Corporazioni. Definizione. Origini, caratteristiche, strutturazione, rapporti giuridici. Bloccare la concorrenza, evitare crisi di sovra-produzione, eliminare la concorrenza dell’industria contadina. Da fattore di liberazione e di sviluppo a fattore di immobilità. Esempi di regole e di contratti.

Una figura sociale: il tessitore. G. Boccaccio, “Decamerone”: novella di “Simona e Pasquino”.

La rivolta del “proletariato primitivo”. 1378, Firenze: il Tumulto dei Ciompi.

Trasporti e comunicazioni. I progressi non sono proporzionali all’ampliamento del raggio d’azione degli scambi. Trasporti a soma, a spalla d’uomo, con carri di portata minima. Strade e canali ( ma nei territori dei singoli Comuni). I corrieri postali. Importanza della navigazione fluviale in Toscana e in Val Padana.

Il mare. Aumento graduale del tonnellaggio. La pirateria. I naufragi. La cartografia nautica. La geografia dei viaggiatori. La geografia simbolica dei dotti, quella empirica dei mercanti.

Le associazioni di capitale. Le “compagnie capitalistiche”. Nascita. Forme.

Forte cultura pratica. Attenzione ai dati tecnici ed economici. Apertura, anche psicologica, al rapporto con l’esterno. Curiosità e stimolazioni per civiltà e forme di vita “altre”. Gusto per il rischio, l’avventura, l’ignoto. L’esempio di Marco Polo. Il “Milione”.

La vita quotidiana nelle città.

Spazio di vita. La specializzazione delle strutture urbane. Organizzazione, distribuzione e funzione di spazi ed edifici. I quartieri. La piazza. Le strade. I portici. Il profilo architettonico. Il verticalismo. La ricchezza e lo splendore delle città italiane. Le tre piazze: quella antistante la cattedrale, quella del Palazzo Comunale, quella del mercato cittadino.

I mestieri si organizzano e si concentrano per quartieri o per vie. La distribuzione spaziale degli strati sociali. Gli esempi di Firenze e di Treviri. “Gli elenchi delle imposte. 1352-1363”. “Catasto del 1427”.

La bottega. Lo speziale, il farmacista, la farmacopea. L’ospedalità. I dati di G. Villani per Firenze e di Bonvesin della Riva per Milano.

In chiesa. Predica e predicatori. Consapevolezza di parlare ad un pubblico differenziato. La struttura e la lingua del sermone sono diversificate. Temi “morali” sostituiscono quelli penitenziali e teologici. Ragioni. Le fonti. Il vasto materiale narrativo dell’agiografia. La formazione del predicatore. Umberto di Romans, “De eruditione praedicatorum”.

Gli eretici. Gli ordini mendicanti e il controllo delle città. La critica sociale ortodossa ed eterodossa. Influenza e significato del culto mariano. Il clero a Firenze nel primo Trecento. I dati di G. Villani. G. Boccaccio, “Decamerone”: “frate Cipolla”.

A scuola. Le scuole comunali: struttura, organizzazione, didattica. I maestri. L’analfabetismo. Diversità tra i sessi e tra campagna e città. Esempi di “contratti” a Firenze. Le annotazioni di G. Villani per Firenze e di Bonvesin della Riva per Milano.

In bottega. L’apprendistato pratico. Esempi di “contratti”, 1260, 1313.

In piazza. La festa. La circolazione della cultura non scritta. Il rapporto musica-società. Gli spettacoli di tortura e di morte. L’immagine della propria fittizia unità.

In casa. Libri e biblioteche. Diffusione della “Divina Commedia, del Decamerone”, dei testi sacri.

La famiglia, la donna. Che cosa mangiavano? La cucina, le ricette.

Per strada. Poveri e mendicanti.

Tempo di vita. Il concetto di tempo nel mondo classico. La ripetizione. L’evolversi continuo della materia. Il concetto agostiniano di storia. La creazione, la redenzione, il giudizio.

Il tempo contadino, segnato dalle stagioni e dagli eventi naturali.

Le liturgie e le campane della Chiesa.

Il tempo-lavoro del mercante. Dal lavoro dei campi al lavoro urbano. Il guadagno presuppone un’ipoteca sul tempo. L’usuraio vende il tempo (ma esso appartiene a Dio). Il tempo esattamente misurato. L’orologio. Il tempo nel quale il mercante agisce professionalmente non è quello in cui vive religiosamente.

Modo di vita. L’igiene personale. I vestiti. La tavola. Il letto.

L’igiene collettiva. Strade. Case. Botteghe. La capanna contadina.

Farmacologia. Le Arti. I “protomedicati”. Terapie meravigliose e soprannaturali: guaritori e streghe. Le pratiche magiche. La cultura popolare. Il diavolo.

“La mercatanzia”. Il mercante si presenta: spregiudicato negli affari, tutto accumulazione e lavoro, impegnato ad assorbire i modi di vita dell’aristocrazia e rispettoso delle indicazioni della Chiesa. E’ una categoria non immediatamente eversiva.

La coscienza religiosa. La condanna della Chiesa. Il rispetto formale. I rimorsi di coscienza. I “lasciti”. Il rapporto Chiesa-mercante è instabile ed ambiguo. L’evoluzione storica. Esempi. “Un elenco di peccati di un confessionale siciliano, fine ‘300”.

Si viene profilando una nuova etica. Valorizzazione dell’accumulo dei beni. Il mercante esige status sociale, peso politico e liberazione dalle accuse moralistiche medievali. Rispetto per ogni tipo di gerarchia. Stima e approvazione dell’ambiente: erano indispensabili per gli affari. Desiderio forte di successo in tutti i campi. Salvi sempre la fama e la reputazione. Aspirazione all’ordine. Razionalità, non passione e vizio. Esaltazione dell’utile. I viaggi: prudenza e inganno. Il concetto di fortuna. La concezione della donna. Sdegno nei confronti delle classi subalterne. La povertà: una disgrazia e un fenomeno socialmente pericoloso.

Una biblioteca di mercante. Un contratto di concubinaggio d’un mercante. Un testamento.

G. Boccaccio, “Decamerone”: “Landolfo Rufolo. Lisabetta di Messina. Federico degli Alberighi. Ser Ciappelletto”.

Le quattro culture della città: l’aristocratica, l’ecclesiastica, la mercantile, l’artigiana.

Una spirale di morte nel ‘300. Il rapporto popolazione –carestia –epidemia –guerra -risorse. Le ragioni del crollo demografico a metà del XIV secolo. “Liberaci, o Signore, dalla peste, dalla fame, dalla guerra”.

Il clima. Abbassamento sensibile delle temperature. Piogge torrenziali (1310-1315). Diminuisce la produzione di cereali. Aumento dei prezzi delle derrate. Grande oscillazione dei prezzi nel breve periodo. Al mercato di Parigi (1315-1322). I prezzi. Un problema.

Le carestie. Circoscritte nello spazio ma violente. Stato di sottoalimentazione cronica. I ceti colpiti della città e della campagna. Il mondo della fame.

La diffusione delle epidemie, ricorrenti e selettive. “Il cronico succedersi e le morti specializzate”. Colpivano vari strati generazionali impedendo un recupero naturale, nonostante lo sforzo generale teso alla prolificazione. I tassi di mortalità. Le malattie. Le epidemie: vaiolo, lebbra, malaria, peste, varie tipologie influenzali. Il ciclo carestia –peste –carestia: il cumularsi degli effetti.

La peste a Firenze e a Venezia. Tipologia endemica. Provenienza. Propagazione. Conoscenze mediche. Rimedi. Sintomatologia. Comportamenti. Psicologia individuale e di massa. Terapie. Testimonianze: G. Boccaccio, M. Villani, Marcionne di Coppo Stefani, Dominici. Conseguenze economiche. Diminuzione della forza-lavoro. Esempio di Venezia. Grafico. Una nota sul reperimento dei dati. Diversità tecnica nelle registrazioni del 1338 e del 1509. Facilitata l’immigrazione. Interventi dello Stato.

Le guerre. Localizzate. Tecnologie modificate e più distruttive. Le bande mercenarie. Le città protette. Saccheggio e incendio dei raccolti nelle campagne. Colpite soprattutto l’agricoltura ricca e l’economia signorile. Riflesso sui consumi. Blocco delle rotte commerciali. Generale senso di instabilità e insicurezza.

Scarsità di moneta circolante, insufficiente ai bisogni di sviluppo degli scambi  e delle spese degli Stati (esercito e burocrazia più potenti e moderni). Mancanza di metalli preziosi. Miniere insufficienti. Svalutazione della moneta. La svalutazione della “moneta piccola” (quella di minor valore) usata dai ceti dominanti per aumentare i loro profitti. Crisi di tutta l’economia mercantile basata sui prestiti e sul denaro. L’investimento terriero viene ritenuto più sicuro. Moneta metallica e moneta creditizia.

La riorganizzazione dello spazio rurale. Abbandono dei terreni marginali. Coltivazione intensiva dei suoli più fertili. Allevamento. Piante pregiate. Distruzione e concentrazione nel Sud dell’Italia. “Ogni riflusso risolve un certo numero di problemi, sopprime tensioni, privilegia i sopravvissuti. All’indomani della Peste Nera e delle epidemie che la seguono e ne aggravano i colpi, le eredità si concentrano nelle mani di pochi. Solo le buone terre sono coltivate (meno fatica e miglior rendimento). Il livello di vita e i salari aumentano” (Fernand Braudel).

Interpretazioni. Lo sviluppo demografico europeo ed italiano tra il 1000 e il 1750. Dati statistici. Bruschi crolli tra il 1300 e il 1350, tra il 1600 e il 1660, in coincidenza con grandi pestilenze. “Le pesti, accidenti della malasorte o spie di situazioni d’insieme giunte al punto di tensione?” (Ruggiero Romano). Economia primitiva, produzione agraria fortemente irregolare, con pericoli di esaurimento biologico. Esiste un’ipotesi alternativa?

Quali conseguenze provoca nelle campagne la crisi dell’economia cittadina? Si accentuano le forti contraddizioni presenti nella realtà rurale e si aggrava il divario tra ricchi e poveri. La povertà di un piccolo proprietario. Romagna, 1383. “Inventario di un’eredità”. L’introduzione della moneta nell’economia rurale espone la società contadina ai contraccolpi del mercato cittadino e all’oscillazione del valore della moneta. La classe dirigente cittadina reagisce allo svilimento della moneta cercando di restaurare i canoni in natura e imponendo nuovi tributi.

La politica “annonaria” dei Comuni. Etimologia. Definizione. Vincolismo nell’esportazione dei prodotti. Irrigidimento dei patti colonici. Favorita la divisione tra poveri della città e della campagna. “La satira del villano”. Crescente indebitamento contadino. Il “credito alla voce”. Cause, caratteristiche, conseguenze.

La decadenza delle città commerciali italiane.

Centri, temi e figure della produzione intellettuale.

Le innovazioni tecniche più importanti, in successione cronologica e per settori. Meccanica, chimica, metallurgia, ottica, arte militare…

Le Università: origini, controllo, strutture, didattica, docenti, studenti. Documento. “Nota spese di uno studente a Padova, 1427”

Orientamenti intellettuali e filosofici dell’epoca. L’aristotelismo: perfetta armonia tra filosofia e scienza fisica. La mediazione araba nel recupero della cultura classica. Geografia, astronomia, matematica nel mondo arabo.

L’anatomia. Le dissezioni di cadaveri. Le lezioni. La biologia. Il metodo sperimentale e le osservazioni di Alberto Magno. Botanica e zoologia. La chirurgia. Il medico. Formazione e vita professionale. Esempio di “contratti”.

I modelli di intellettuale. Definizione, evoluzione.

I predicatori. Formazione, struttura e lingua del sermone, fonti, pubblico.

Il pubblico dei lettori. Le aree geografiche. Comunicazione e pubblico: la scrittura. I primi manuali di retorica in volgare. Lingue e dialetti.

Il musicista. La polifonia. I mezzi di diffusione della musica. L’”Ars Nova”. Centri, compositori, manoscritti. Gli strumenti musicali. Il giullare.

Il ritratto. La percezione visiva. La vita culturale: l’ideale cavalleresco, lo spirito umanistico.

 

                                                                       prof.  Gennaro  Cucciniello