Il popolo nuovo inventato dal grillismo

Il popolo nuovo inventato dal grillismo

 

Michele Serra, nella sua rubrica “Per posta”, “Venerdì di Repubblica” del 9 febbraio 2018, a p. 12, rispondendo a un lettore del quotidiano, scriveva un’analisi breve, ma lucida e intelligente, del Movimento 5 Stelle. Questa lettura si rivela ancora più illuminante se riportata ad oggi, marzo 2021

 

Il grande successo del Movimento 5 Stelle discende, tra le altre cose, dalla fantastica semplificazione che è stato in grado di offrire a quella parte (consistente) di opinione pubblica che si sente sbandata, sfiduciata, impaurita. In una sola parola: non più rappresentata. Questa semplificazione si articola in due passaggi: il primo è attribuire ai “mediatori” (e il mediatore per eccellenza è la politica) l’intera responsabilità di ciò che non funziona, consentendo ai “cittadini” di sentirsi al tempo stesso truffati e innocenti. Il secondo è ritenere che la soluzione sia fare la conta delle opinioni (e pazienza se queste opinioni sono pura pulsione emotiva, perché “uno vale uno”), scriverle sulla grande lavagna del web e per ciò stesso poter risolvere i problemi “direttamente”.Tutto ciò che è dialettica, complessità, conflitto, insomma cultura, viene ribaltato in immediatezza, spontaneità, autodeterminazione: a chi non piacerebbe?

Anche nel caso, molto improbabile, che questa conta dei cittadini e dei loro bisogni non sia manipolabile, ovvero sia democrazia diretta in purezza, mi chiedo come potrebbe funzionare. Senza “mediatori” (che significa: senza competenze specifiche, e collaudate) una società è destinata al declino e al caos. La crisi dei vecchi sistemi di selezione delle classi dirigenti, della politica, di molte corporazioni professionali (giornalisti compresi), della reggenza di banche e finanza, suggerisce il bisogno urgente di nuove classi dirigenti e nuovi sistemi di selezione. Il grillismo si propone come una specie di “sostituzione di Paese”: al posto della vecchia Italia, corrotta e inutilizzabile, ecco un Popolo nuovo, autoinventato dalla sera al mattino. E’ un pensiero per metà inquietante, per metà ingenuo. Io credo più ingenuo che inquietante. Un vero e proprio “pensiero magico” che consente di non dare eccessivo peso alla realtà. Per questo piace. In quale misura questo pensiero magico sia penetrato in profondità, e avrà potere, lo sapremo il 4 di marzo. Il lettore Fabrizio Carbonara sottolinea due evidenze: la prima è che la nostra epoca ha proposto l’immediatezza come valore democratizzante assoluto; la seconda è il fatto che, tra la verità del “io la penso così” e la verità del “io la penso così e te ne mostro le ragioni”, c’è uno scarto significativo. Per alcuni pensatori questo scarto coincide con la nascita della filosofia occidentale.

Mi permetto però di aggiungere una cosa. La rappresentanza degli esclusi è un compito fondamentale che la politica tradizionale –la sinistra soprattutto- non riesce più a svolgere.

 

                                                                  Michele Serra

 

A commento vorrei proporre io una riflessione. Nel maggio 2014, alle elezioni europee, il Pd ottiene il 40,8%. In quei mesi la crisi economica e sociale era molto più forte di adesso: la disoccupazione generale toccava il 13%, quella giovanile superava il 45%, il Prodotto interno lordo era in negativo, c’era un milione di occupati in meno. Nel marzo 2018 i dati, pur fra mille contraddizioni, erano molto più confortanti. Il Pil in positivo da due anni, l’export ai massimi, un sistema bancario più solido, l’aumento dell’occupazione anche se in parte precarizzata. C’era rabbia e scontento ma non era la crisi soltanto a generarli, era evidente. Il centro-sinistra ha pagato la sua incapacità di farsi opposizione di sistema anche stando al governo. Era la speranza contraddittoria che Renzi aveva suscitato nel 2014. E che ha fatto naufragare. La conseguenza è stata un incredibile trasformismo: i 5 Stelle che avevano giurato di non allearsi con nessuno si sono alleati con tutti, senza mai sentire il bisogno di spiegare le ragioni di un tale comportamento. E hanno garantito l’esaltazione dell’incompetenza e della demagogia.

Richiamo quanto avevo scritto e postato nel marzo 2018, commentando i risultati delle elezioni politiche (mio Sito, categoria “Politica”, titolo: “Tentativo di analisi del voto del 4 marzo 2018”).

                                                        Gennaro Cucciniello