In piazza sfili il popolo del “Sì Vax”

In piazza sfilino i Sì Vax

 

Il problema dei limiti alle manifestazioni dei “no green pass, no vax”, e qualche altro “no qualunque cosa” che si mischia alle medesime, è mal posto. In una società democratica e civile le norme non sono e non dovrebbero mai essere “ad personam”, o rivolte ad alcune specifiche categorie di persone, ma sempre universali. La questione dunque si pone come segue: è legittimo porre dei limiti, nella situazione attuale, al diritto di manifestare? Di chiunque e per o contro qualunque cosa?

La risposta credo che possa e debba essere affermativa. Fatto salvo il diritto legittimo a manifestare le proprie opinioni, quali che siano –che non si tocca, non solo perché è costituzionalmente garantito, ma perché la sua valenza è anteriore alla stessa Costituzione: sta nei principi e diritti fondamentali cui la nostra Costituzione si ispira, ma che la precedono, e di molto- si può e si deve discutere delle modalità con cui è lecito farlo, in questa fase.

Intanto, e dovrebbe essere ovvio, nel rispetto delle leggi, incluse le normative specifiche approvate in funzione della pandemia, a tutela della salute pubblica: quindi sì, ma rispettando le norme, cioè chiedendo i permessi relativi, rispettando le indicazioni e i percorsi concordati, accettando gli spazi assegnati in funzione della diminuzione del rischio di contagio. Rispettando le forze dell’ordine, non aggredendo i giornalisti, e ovviamente mettendosi la mascherina (prevista in caso di assembramento: e le manifestazioni lo sono) e rispettando le norme di distanziamento. In questo senso è legittima anche la richiesta di un servizio d’ordine auto- organizzato, incaricato di far rispettare le norme: che, storicamente, nei movimenti che più hanno fatto ricorso alla modalità di manifestazione di piazza (partiti, sindacati, ma anche movimenti degli studenti e molti altri), c’è sempre stato, senza neanche bisogno di chiederlo. Se un gruppo non è capace di controllare se stesso, forse non deve assumersi le responsabilità di una protesta pubblica che non sa come e dove possa degenerare. Se tali basiche norme non vengono rispettate, è lecito (dopo aver dato il permesso di far svolgere le manifestazioni) interromperle, e nel caso –so che la parola spiace, ma ogni norma è tale solo se la sua violazione presuppone una sanzione- reprimerle: dall’ammenda in su.

Naturalmente, dal punto di vista di chi è favorevole tanto al vaccino quanto al green pass (la stragrande maggioranza dei cittadini, ad oggi più dell’86% di vaccinati), si comprende che faccia ancora più rabbia la motivazione delle manifestazioni, ma questo non giustifica una repressione specifica, visto che il diritto di manifestare nasce soprattutto per tutelare le minoranze. Giustifica però un ragionamento specifico: chi non si vaccina contribuisce alla diffusione del virus, le manifestazioni (senza protezioni -come visto finora – sono state tollerate troppo a lungo: si sarebbe dovuto intervenire prima, data la plateale violazione delle norme) sono un eccellente veicolo di contagio, come mostrano le impennate di casi e ricoveri nelle città dove si sono svolte. E chi si contagia, se ricoverato, toglie tempo, medici, cure ed urgenze ad altri malati, incolpevoli delle loro malattie, che avrebbero altrettanto e forse maggiore bisogno di cura e protezione, e se le vedono togliere, e rinviate le visite e gli interventi, perché si torna a dirottare personale medico e infermieristico, e risorse, per le emergenze, in parte evitabili (con un vaccino messo a disposizione gratuitamente), dovute al Covid.

Crediamo sia legittimo anche un ragionamento riguardante la frequenza stessa delle manifestazioni. Se continue, sempre negli stessi luoghi, comportano un oggettivo disturbo delle attività dei cittadini (non dei soli commercianti, come si tende a sottolineare). E’ legittimo dunque, senza conculcare il diritto a manifestare, immaginare dislocazioni alternative e rotazioni.

Detto questo, sono così favorevole al diritto di manifestare, che vorrei vedere in piazza, per una volta, i pro vax, pro green pass, pro terza dose, pro scienza, pro salute. Per ricordare che, oltre alle minoranze tumultuanti, esiste anche una maggioranza in questa Paese. E forse è il caso che si veda…

 

                                                        Stefano Allievi

 

Questo articolo, pacato e rigoroso, è stato pubblicato alle pp. 1-2 del “Corriere del Veneto” del 14 novembre 2021, supplemento regionale del “Corriere della Sera”.